Ugo ha ventun’anni, a Torino, all’inizio degli anni ’60. è figlio di una famiglia borghese, con un destino d’erede sulle spalle, un padre prepotente, una madre possessiva e tanti sogni, ribellioni soffocate e desideri inconfessati. Improvvisamente, il destino s’incarna in Manuela, una donna quarantenne che sarà per lui la prima donna, l’iniziatrice. Una donna del sud che, dopo aver accompagnato nel ’43 l’esercito americano, nella Napoli di Malaparte, seguiva ostinatamente il suo sogno personale: essere amata da un uomo del Nord. Ritrovando l’ispirazione italiana che fece il successo di Tota Rosa, Jacqueline Dana fa incrociare i loro destini attraverso un intrigo romanzesco dove l’educazione sentimentale di Ugo ci trasporta in una Italia – che ricorda il clima delle prime opere di Bertolucci o il Visconti di Rocco e i suoi fratelli – terra divisa fra le tradizioni rigide di un nord dove sbocciano i germi delle future rivoluzioni sociali e un sud isolato ed escluso. Ma è proprio la passione di Manuela che domina il racconto. E la donna del Sud, benché scomparsa, continuerà a guidare, nella sua vita e nei suoi amori Ugo diventato, grazie a lei, un uomo.